L'entrata dell'Italia L’Italia si dichiarò neutrale allo scoppio della guerra. L’opinione pubblica era divisa tra: Neutrali come le Masse Popolari, i Liberali (Giolitti), i Cattolici e i Socialisti; e i Nazionalisti, favorevoli alla guerra, che volevano conquistare un posto per l’Italia sullo scenario mondiale. I Nazionalisti, anche se in minoranza, esaltavano alla guerra con toni aggressivi attraverso manifestazioni in piazza. Il 26 aprile 1915 l’Italia chiuse i rapporti con la Triplice Alleanza e il 24 maggio 1915 entra in guerra a fianco della Triplice Intesa. Dopo aver dichiarato guerra all’Austria – Ungheria e successivamente anche alla Germania, l’Italia tentò di sfondare, tra giugno e novembre 1915, le linee Austriache con quattro offensive sul Fiume Isonzo (territori del Carso) con esito disastroso: L’Italia perse circa un quarto delle forze mobilitate. La quinta battaglia sull’Isonzo l’11 marzo 1915 non portò a nulla, al contrario della sesta che si risolse con la conquista di Gorizia il 9 agosto 1916. Tra settembre e novembre 1916 si susseguirono altre tre battaglie ma che comunque non portarono a conquiste significative.
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